Nota sulla cerimonia partigiana che si è svolta a Rassa il 4 agosto
Sabato 4 agosto, nell’incantevole cornice valsesiana di Rassa, si è chiuso un trittico di celebrazioni Resistenziali dal carattere prettamente montano: dopo Issime in Valle del Lys e il raduno alla Cascina lunga presso il Bocchetto Sessera, le sezioni dell’ANPI delle province di Biella, Vercelli e Valsesia si sono date questo terzo appuntamento per stare vicine alle 18 vittime ed ai familiari della strage compiuta dai nazifascisti il 12 marzo 1944.
Siamo qui, presso il muro del cimitero, fra la figura di Dolcino, che incombe con il suo presunto profilo dalla Parete su questa manciata di case, ed il rumoreggiare, appena un po’ più in basso, della Sorba, appena unitasi alla Gronda. Il pensiero che quella parete e queste acque siano le stesse di 74 anni ci sorprende e ci trasmette la sensazione che quei fatti cruenti, che a volte paiono perdersi nella leggenda, come l’epopea dolciniana, siano invece molto attuali, è come se fossero accaduti solo ieri.
E potrebbero accadere anche oggi.
Apre la celebrazione Massimo Gallotto, instancabile organizzatore per l’ANPI Vallestrona della giornata, che porta anche il saluto del Comitato Provinciale Biellese. Presenta i Sindaci di Rassa, Luca Cerruti Miclet, e la Sindaca di Valle San Nicolao, Marica Cerrone, paese che ha pagato il più alto contributo di vittime. Entrambi sottolineano i legami che hanno unito queste due piccole comunità, e la volontà di rafforzarli e di estenderli. Il Comitato Provinciale di Vercelli è rappresentato da Bruno Rastelli, suo Presidente, che riferendosi all’attualità politica di queste ore ci annuncia che la Presidente dell’Anpi Nazionale, Carla Nespolo, ha chiesto le dimissioni del Ministro leghista della Famiglia in quanto “Le sue dichiarazioni violano gravemente la Costituzione della Repubblica” per la sua richiesta di abolire la legge Mancino, a suo parere”…usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”.
L’intervento storico, affidato ad Alessandro Orsi, Presidente dell’ANPI di Borgosesia e dirigente dell’Istituto per la storia della Resistenza nel Biellese, Vercellese ed in Valsesia, ci racconta come si svolsero quei fatti tragici, con aneddoti e testimonianze inedite raccolte nelle sue ricerche. Sottolinea con vigore come sia necessario un grande lavoro di coinvolgimento della Scuola e come siano fondamentali le visite dei ragazzi ai luoghi dove la Storia ha lasciato segni tangibili come quelli di oggi.
Una lapide interna al cimitero, che ricorda una delle vittime, Giuseppe Boneschi, ci dice che sia stato “ucciso innocentemente”. E’ veramente commovente pensare a quanto amore abbia dettato una frase simile, da quanta pietà, incurante della grammatica e della logica, sia nata. Ad essere pedanti, ci verrebbe da dire; carissimi, lui ed i suoi compagni, sono stati uccisi molto colpevolmente, per tutti valga l’esempio di Nella, giovane donna incinta massacrata in modo indegno. Ma il vostro caro è morto completamente innocente, e noi continueremo a raccontare le colpe dei loro aguzzini: la loro arroganza, la loro violenza, la loro disumanità. In sintesi, il loro fascismo. E continueremo a farlo anche riguardo ai fatti del presente, dove si è scatenata una guerra indecente contro gli ultimi della terra, contro coloro che cercano solo un posto per poter vivere. Lo faremo in questo Paese che non ha più nemmeno il coraggio di chiamare le cose col loro nome, e di fronte alle continue aggressioni di migranti ci vorrebbe rassicurare che non si tratta di razzismo. Per noi invece lo è, ed è il segno di un Paese malato. Crediamo che prendere atto delle proprie malattie sia il primo passo per trovare il modo migliore per guarire. E poi, ascoltando Brecht: Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri / ma: perché i loro poeti hanno taciuto?
Luciano Guala
ANPI Vallecervo e Provinciale