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Aprile 24th, 2012
Portiamo all’attenzione ed alla discussione quest’articolo che ci sembra interessante e stimolante. Che ne pensate?
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È nata una polemica che riguarda la fiaccolata del 24 aprile in relazione alla nostra richiesta di partecipazione alla stessa senza la presenza di bandiere e di striscioni.
Lontana da noi l’intenzione di voler precludere la presenza di qualcuno, partito o movimento che sia; se qualcuno deciderà polemicamente di non partecipare lo considereremo un vero errore; tuttavia ognuno è libero di valutare e di scegliere l’atteggiamento che meglio ritiene opportuno.
Il 24 aprile del 1945 i primi partigiani scendevano dalle montagne e sfilavano (in modo piuttosto disordinato) per le vie della città. La popolazione prima titubante, poi sempre più felice e convinta li accoglieva e li applaudiva. Finalmente la guerra era finita, questo era il primo pensiero di ognuno; seguiva poi il desiderio di un domani con una vita e un destino diverso, democratico e libero dalle divisioni e dagli odi che avevano caratterizzato la guerra.
La storia successiva la conosciamo tutti e molto bene. La difficile ricostruzione, le divisioni politiche, la repressione e la esclusione (dal lavoro e da posti di responsabilità) proprio di coloro che avevano combattuto per diciotto mesi in montagna per la liberazione di tutti.
Ma la cosa che più di tutto ha caratterizzato le vicende politiche di quelli e dei successivi anni è stata la costante divisione delle varie sinistre. Quel fatto ha avuto negli anni solo aspetti negativi e ha impedito alla sinistra tutta di presentarsi con maggiore forza e spirito di costruttiva unità sulla scena politica. In alcuni momenti (anni ’70) tali contrapposizioni hanno raggiunto toni e linguaggi di spiccata astiosità, quasi di odio. Ancora oggi tali divisioni sono presenti con il solo risultato di impoverire la proposta politica complessiva della sinistra. Ognuno è libero di compiere le proprie scelte e anche di farsi del male da solo. Noi speriamo che ognuno ripensi a tali fatti e ne tragga le logiche conclusioni.
L’Anpi si presenta sempre più come associazione apartitica (ma non apolitica) e intende caratterizzare maggiormente il proprio ruolo di casa di tutti gli antifascisti e democratici indipendentemente dalle personali scelte politiche. La missione che ci siamo dati al nostro ultimo Congresso è quella di favorire in ogni occasione l’unità delle forze democratiche, soprattutto in momenti come l’attuale caratterizzato dalla decomposizione dei partiti, così come li abbiamo conosciuti in passato. Decomposizione in generale dovuta alla incapacità di esprimere valori forti e civili. Non è un discorso antipolitico o antipartitico, anzi, è dettato dalla speranza di veder rifiorire in tutti passione politica, correttezza, pulizia e trasparenza.
La nostra scelta ha in sé questo auspicio. Non la esclusione ma il desiderio di vedere tutti i democratici ed antifascisti del Biellese partecipare con sentimento unitario sotto le bandiere dell’Anpi, con lo stesso spirito di quei primi partigiani che percorrevano le strade di Biella finalmente libera.
Ci auguriamo anche di poter vedere un Italia libera dalle divisioni e dalle contrapposizioni che impediscono dialogo e comprensione. Noi pensiamo che la nostra sia una scelta giusta (ma come ogni opinione è opinabile e discutibile).
Desideriamo solo che la fiaccolata della Liberazione sia vissuta con spirito unitario dove ogni persona partecipa in quanto individuo libero, portando le proprie convinzioni, ma per una volta uniti nel segno della libertà e della democrazia, senza distinzioni. Una partecipazione unitaria e libera di “partigiani del terzo millenio”.
Non so se queste considerazioni, condivise nell’Anpi, convinceranno tutti, spero però che siano prese e valutate con animo sereno.
Adriano Leone