Programma
Ore 10:00 Piazza San Giovanni Bosco, ritrovo dei partecipanti
Ore 10:15 Deposizione corona di alloro, Orazione ufficiale
Ore 10:45 Chiesa di San Cassiano, Santa Messa
LA FUCILAZIONE DI PIAZZA SAN CASSIANO
Programma
Ore 10:00 Piazza San Giovanni Bosco, ritrovo dei partecipanti
Ore 10:15 Deposizione corona di alloro, Orazione ufficiale
Ore 10:45 Chiesa di San Cassiano, Santa Messa
LA FUCILAZIONE DI PIAZZA SAN CASSIANO
Programma
Ore 11:00
Celebrazione della Santa Messa presso la Chiesa parrocchiale
Ore 11:45
Deposizione corona d’alloro presso il cippo funerario (bivio tra Torrazzo e S.P.338 Biella-Ivrea)
Intervento delle Autorità e orazioni ufficiali:
Presidente del Comitato Provinciale Biellese dell’A.N.P.I. Avv. Gianni Chiorino
Vicario Generale Canonico Don Paolo Boffa Sandalina
Presenzieranno anche gli alunni della classe 5^ Scuola della Serra
“C’è un monumento nei pressi dell’incrocio tra la strada provinciale che da Zubiena conduce a Ivrea e quella che porta al paese di Torrazzo: si tratta di una costruzione semplice, costituita da un muro di blocchi di pietra delimitato da due colonne, anch’esse in pietra, al cui centro sta una lapide di granito che riporta questa incisione: “Qui cadde mitragliato / da cieco furore di mano sacrilega / don Francesco Cabrio / neo prevosto di Torrazzo / immolando le primizie del suo monastero / a conforto e salvezza dei suoi figli/ vittima di barbara guerra fratricida”.
Il monumento in questione sorge sul punto esatto in cui, il 15 novembre 1944, morì don Francesco Cabrio, parroco trentunenne di Torrazzo, dopo essere stato colpito da una raffica di mitra sparatagli alle spalle da un ufficiale fascista della divisione Littorio…”
https://www.frammentidistoriabiellese.it/resistenza-e-guerra-civile-1943-1945/don-francesco-cabrio/
Per SERGIO BORAINE (1923-2019)
Sergio non è stato un Partigiano combattente, ma ha lottato contro il Fascismo nelle file delle Squadre d’Azione Patriottica, le Sap. Ricordiamo i compiti di questa Brigata con le sue parole, che ha pronunciato durante la commemorazione dei 21 Martiri in occasione del 72.mo anniversario della fucilazione del 4 giugno del 1944.
“A quell’epoca avevo 20 anni e da alcuni mesi ero stato assunto come impiegato amministrativo in una azienda tessile in Biella che produceva in massima parte panno militare per l’esercito, pertanto ero munito di una tessera lasciapassare per i posti di blocco repubblichini sparsi in più alla periferia della città, e di un documento attestante l’esonero da obblighi militari, rilasciato dal Comando tedesco insediato all’Albergo Principe in via XX Settembre. Valutando questa mia rassicurante posizione, decisi di con altri compagni di far parte delle SAP (Squadre d’Azione Patriottica) che operavano in città, consapevole dei compiti molto rischiosi. Informai i dirigenti dell’azienda ed ottenni il benestare per la mia presenza al lavoro solamente per 4 ore giornaliere. I nostri compiti erano molteplici, ad esempio: collegamento con le formazioni partigiane, tramite le staffette, circa i movimenti e i possibili rastrellamenti delle truppe fasciste e tedesche – incontri col CLN locale per disporre aiuti finanziari al movimento resistenziale – segnalazioni alla Polizia partigiana di persone sospette di spionaggio – affissioni di manifesti murali invitanti alla rivolta popolare e diffusione di volantini e giornali clandestini – trattative con l’apporto del Clero per lo scambio di prigionieri partigiani e tedeschi – interventi studiati e predisposti per l’evasione di partigiani feriti ricoverati in Ospedale con la complicità di Medici e Suore – incontri in luoghi segreti all’insaputa dell’autorità fascista con i Sindacati clandestini, le Commissioni Interne delle fabbriche e rappresentanti degli industriali con il tacito assenso della U.I.B. Unione Industriali Biellesi, allo scopo di ottenere aumenti salariali e la disponibilità delle grandi aziende a istituire spacci alimentari – raccolta fra le maestranze di offerte in denaro destinate ai partigiani per le loro necessità giornaliere e invio di quantitativi di tabacco prelevato da un Distributore clandestino in città”.
Fu in quella cerimonia che ci indicò la piccola finestra rotonda di un palazzo – dal colore nocciola chiaro – che si affaccia sul lato sud della piazza da cui vide l’esecuzione. Con una nota di sdegno nella voce ci sottolineò la responsabilità di Giorgio Almirante – torturatore e massacratore di Italiani – di cui in quel periodo si parlava per la proposta indecente del Partito Fratelli d’Italia di intitolargli una via a Roma.
Oltre ai meriti per questa sua preziosa attività clandestina nella SAP, Sergio si era dedicato all’ANPI. Per tanti anni ha tenuta aperta la sede di via Ivrea, ne era diventato il Segretario, vero punto di riferimento per tutti noi delle Sezioni in tema di gestione amministrativa e proselitismo. Alla sua costante presenza, alla sua umiltà ed alla sua tenacia, si deve gran parte del merito di avere traghettato l’ANPI provinciale dai grandi testimoni come lui della Lotta di Liberazione verso la nostra generazione definita quella dei testimoni dei testimoni. Ricordiamo in modo speciale il suo grande desiderio, trasformatori in richiesta concreta verso le Amministrazioni locali, di portare la sede del Comitato provinciale nella Villa Schneider: impresa riuscita nel gennaio dell’anno scorso, quando però le sue condizioni di salute non gli hanno permesso di partecipare all’inaugurazione.
Ancora recentemente ci ha fatto il grande dono di consegnarci diversi documenti sulla Resistenza appartenenti al fratello Fortunio, importante figura del Comitato di Liberazione Nazionale, ed infine di partecipare alla celebrazione del 4 giugno di quest’anno.
Al tempo che viviamo del travisamento della realtà, delle grida per imporre il proprio pensiero, della mancanza di rispetto per chi la pensa in modo diverso dal nostro, la figura signorile di Sergio ci appare una figura degna di essere portata ad esempio delle giovani generazioni, ed anche, e forse a soprattutto, a quelli che usano impropriamente termini come patriota, sovranità popolare, onore e dignità.
Nel darti l’addio Sergio, ti promettiamo che lavoreremo perché le parole ritornino ad avere il senso per cui sono nate. Se ci riusciremo, sarà anche grazie al valore che ad esse la tua vita e le scelte delle persone come te hanno dato. Se non ci riusciremo, continueremo a lavorare perché l’ANPI possa diventare, come desideravi tu, la casa di tutti gli antifascisti. Una casa in cui la tua presenza continuerà ad essere sentita e apprezzata.
Ciao Sergio, grazie di tutto.
Biella, 13 novembre 2019
Promossa dalla Casa della Resistenza di Sala con il patrocinio dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, la conferenza conclude la serie di iniziative realizzate nell’ambito del 75° anniversario del rastrellamento in Valle Elvo e Serra e dell’eccidio di piazza Q. Sella (28 maggio – 4 giugno 1944) e vedrà la partecipazione di Raphael Rues, ricercatore e autore di “SS-Polizei Ossola-Lago Maggiore 1943 – 1945”. Originario di Minusio (Svizzera), Rues è laureato in Storia Economica e dal 2018 ricerca, nell’ambito del suo Dottorato presso la University of Leicester, la presenza delle forze tedesche e fasciste in Piemonte, e in particolare nella regione dell’Ossola e del Lago Maggiore. Nel tempo libero collabora attivamente con la Casa della Resistenza di Fondotoce/Verbania.
Tra gli elementi di nuova conoscenza emersi dalla ricerca di Rues – che saranno oggetto di approfondimento nel corso della conferenza – vi è l’individuazione dei responsabili di vari rastrellamenti e operazioni avvenute anche nel Biellese. Rues infatti indica con precisione non solo i reparti impiegati, ma anche nome e trascorsi degli ufficiali a capo delle operazioni; in particolare del tenente colonnello Ludwig Buch, responsabile del rastrellamento di Rassa nel marzo 1944 e del vasto rastrellamento – noto con il nome in codice di Hamburg – che coprì buona parte del Biellese occidentale alla fine del maggio 1944. Buch, a differenza di quanto scritto finora non si suicidò a Novara nell’aprile 1945, ma usci invece indenne da ogni responsabilità riguardante i crimini di guerra commessi dalla sua unità, ritornando incolume in Germania per poi morire nel 1968 ad Heidelberg. Altri protagonisti tedeschi della SS-Polizei nel Biellese ripresero, al termine della guerra, il proprio servizio nelle forze dell’ordine nella Polizia della Germania Federale.
L’autore sottolinea come “nessuna delle rappresaglie tedesche commesse dalla SS-Polizei in Piemonte fu penalmente perseguita”: qualche procedimento venne avviato ma tutti furono poi archiviati durante il periodo 1966-1967 dalla procura militare di Torino in quanto, si afferma nella sentenza di archiviazione, “non è possibile svolgere altre indagini per accertare l’identità degli imputati” – accertamento invece, sottolinea l’autore, ben “possibile come dimostra questo contributo”; anche il fascicolo di indagini relativo all’eccidio di 42 partigiani a Fondotoce (Verbania) confluì in quello che il giornalista Franco Giustolisi ha efficacemente definito come “armadio della vergogna” insieme ad altre 2273 “notizie di reato” commesse dalla forze militari tedesche durante l’occupazione della penisola; procedimenti di fatto secretati per decenni e solo dal 1994 rinvenuti e, dove possibile, giuridicamente riaperti.
La Sezione A.N.P.I. Basso Biellese Borra-Machieraldo-Savio-Tempia, gruppo Ugo Machieraldo di Cavaglià, Vi invita
all’inaugurazione delle tre targhe dedicate ai Partigiani Ugo Machieraldo, Mario Mainelli ed Attilio Tempia.
Le targhe verranno posizionate nella rispettiva piazza, e vie, già intitolate a loro, nel Comune di Cavaglià (BI) e sono state realizzate per ricordare le storie e le biografie dei partigiani cavagliesi, morti per liberare l’Italia dal nazifascismo.
Vi aspettiamo Domenica 6 Ottobre 2019, con ritrovo dalle ore 9,00 in Via Vercellone, 1 (Ex Aquila), per la cerimonia dello scoprimento con il programma che potete vedere nella locandina allegata.
Saranno presenti le Amministrazioni Comunali di Cavaglià e dei paesi limitrofi, Claudio Maderloni (Segreteria Nazionae ANPI), Giuseppe Rasolo (Istituto per la Storia della Resistenza Biellese,Vercellese, Valsesia), associazioni d’arma e di volontariato , gli alunni delle scuole.
Dopo i saluti delle autorità, verranno ricordate le figure e le gesta dei partigiani dai relatori ANPI
Seguirà corteo, accompagnato dalla Filarmonica di Cavaglià, per lo scoprimento delle targhe.
Al termine del corteo, seguirà la S.Messa.
A seguire, pranzo presso Istituto Alberghiero di Cavaglià (prenotazione obbligatoria cell 339 1647481 Iacoviello Vitantonio)
Il progetto targhe partigiane è promosso dalla Sez.ANPI Basso Biellese – Gruppo di Cavaglià (BI)
Sempre, arrivando alla vecchia sede di via Ivrea, e poi a Villa Schneider, la vecchia panda bianca ci preannunciava che “il Franco” era già arrivato.
Sempre primo, ad aprire le porte, a portare la bandiera, a tenere aperta la sede, ad essere orgoglioso della storia del Partigianato.
Sempre pronto ad arrabbiarsi per le nostre perdite di tempo, per le discussioni sconclusionate, o perchè non sappiamo dare importanza al valore morale dell’Anpi.
Sempre vigile sulla laicità e sull’autonomia della nostra Associazione da Chiesa e da Partiti.
“La mia famiglia era numerosa, eravamo nove figli. Non avevo nemmeno quattordici anni quando ho raggiunto i miei amici ribelli. La mela che stavo addentando mi diede il nome di battaglia”
Sempre a lui ponevamo le domande su fatti di quella lotta di Liberazione, su piccoli episodi che trasformano la cronaca in Storia, o per dare un nome a figure sbiadite di Partigiani su vecchie foto.
Sempre lui ci rispondeva con i suoi ricordi, con i suoi gesti, a volte con i suoi silenzi.
“Sono scampato per miracolo alla strage dei Partigiani avvenuta a Santhià a fine aprile, dopo la firma della resa. Pochi giorni prima mi avevano spostato dal Distaccamento Freccia, che fu annientato, altrimenti sarei morto con loro”.
Sempre a lui avremmo ancora domande da fare, ora che siamo dalla parte di chi deve rispondere, e sovente non sappiamo come.
Sempre a te, Partigiano Mela, diciamo grazie.
Mai, Franco, scorderemo quanto tu sia stato un buon Compagno.
Biella, 21 settembre 2019
Franco De Marchi ci ha inaspettatamente lasciati qualche giorno fa…
Aveva partecipato giovanissimo alla lotta di Liberazione nel Biellese nelle file della 2^ Brigata Garibaldi “Ermanno Angiono Pensiero”, distaccamento “Freccia”, con il nome di battaglia “Mela”.
Membro del direttivo provinciale biellese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, era stato sempre molto partecipe dell’attività svolta dal comitato, con la sua presenza e i suoi consigli; nei mesi scorsi era stato uno degli animatori dell’iniziativa “Visumse!”, conclusasi domenica 1 settembre nella “sua” Cossila con il ricordo di Sergio Ravetti “Terribile”.
L’Anpi provinciale biellese esprime il proprio cordoglio per questa perdita e sentite condoglianze alla moglie Rosanna, alla figlia Giovanna e a tutti i familiari di Franco.
Sabato 7 settembre 2019, a partire dalle ore 21:00, presso la Sala delle Carrozze di Villa Mossa a Occhieppo Superiore si terrà la conferenza “I partigiani sovietici in Piemonte e la ricerca della loro identità“.
Nota del Comitato Provinciale Biellese dell’A.N.P.I. su un articolo di Roberto Scucca
PRIMA CHE SI TRASFORMI IN VALANGA
Il Comitato Provinciale Biellese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha preso visione del garbato e rispettoso articolo comparso il 30 agosto scorso sul quotidiano online Biella24 a firma del sig. Roberto Scucca, così pregno di contenuti e di capacità riflessiva.
Il sig. Scucca fa riferimento a valori e concetti come dignità, cultura politica, onore, rispetto di chi ha idee o orientamenti politici diversi dai propri, manifestando anche una spiccata capacità di lettura della mente e dei cuori dei biellesi, che tutti senz’altro la penseranno come lui, e invitandoli a sputare addosso e a rendere la vita un inferno a chi, come succede in democrazia, fa errori anche gravi e la pensa diversamente. In quanto a dignità, onore e cultura politica non c’è male.
Ha fatto altresì sfoggio di una profonda conoscenza della storia degli ultimi 90 anni del nostro Paese, criticando chi crede ingenuamente che in Italia ci sia stata una dittatura. Ha definito i partigiani traditori e creatori di un paese di codardi, ignorando che grazie a loro e alla Resistenza, l’Italia pur avendo perso la guerra ha potuto, in questo caso sì con dignità, sedersi al tavolo con i vincitori.
Che risposta dare a questo intollerabile sproloquio è veramente un compito ragguardevole. La prima che ci viene in mente è di non fare alcuna replica. La seconda è di dargli alcuni indirizzi e numeri telefonici: di una buona Scuola per apprendere la buona educazione, la proprietà di linguaggio, la Storia ed altro ancora, ma ci fermiamo qui per non stressarlo troppo. E poi potrebbe essere utile uno Psico-terapeuta, di quelli bravi però, perché anche profani come noi capiscono che ci siano dei conflitti interiori irrisolti per spingere a reagire con questo ego smisurato e con la mania di onnipotenza (lo immaginiamo come un novello condottiero a guidare la piccola Biella al cambiamento del destino di un’intera nazione).
Se rispondere a lui è perdere tempo, crediamo altresì che sia utile denunciare questi atteggiamenti sempre più frequenti, e ad alzare la vigilanza per mettere in guardia che dai veleni che escono dal vaso di Pandora scoperchiato da una serie di personaggi, ultimo dei quali l’ex-Ministro dell’Interno.
Ricordiamo a tutti i cittadini che lo squadrismo fascista nacque in questo modo: piccoli episodi cui non si dava inizialmente peso, smottamenti del vivere civile che iniziano pian piano a scendere la china, fino a raggiungere una velocità ed un’ampiezza che li trasforma in valanga inarrestabile.
A coloro che si nascondono dietro questi attacchi, a chi finge di non vederli, a chi aizza a compierne altri , promettiamo che noi continueremo a denunciarli all’intelligenza delle persone.
A chi ci accusa di essere antifascisti, perché il prefisso anti è negativo, limitante e datato, replichiamo che noi siamo contro l’odio che voi generate, contro il razzismo ed il fascismo, ma siamo fautori di un nuovo Umanesimo in cui possano svilupparsi e crescere i valori positivi degli uomini e delle donne, liberi da pregiudizi e da chiusure mentali.
Valori che forse non capite ancora, o vi paiono troppo elevati da raggiungere, inginocchiati come siete davanti alle vostre nostalgie del Ventennio. Forse se cominciaste a tirarvi in piedi li trovereste meno impossibili.
A voi, che vi auto-considerate patrioti perché avete consegnato l’Italia alla Germania nazista;
a voi che agitate la libertà di opinione per compiere impunemente le vostre nefandezze ricordiamo che il fascismo non è un’ideologia, ma un reato; a voi ricordiamo che l’Italia è una Repubblica antifascista. E che noi continueremo ad impegnarci perché tale rimanga.
È molto impegnativo e difficile, forse non ci riusciremo. Ma lo faremo anche per voi che ci sputate e vomitate addosso.
Non sappiamo chi ha scritto i libri di storia su cui il sig. Scucca ha studiato, ma sappiamo chi ha scritto la storia democratica del nostro Paese.
Comitato Provinciale Biellese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia