Archive for Dicembre 2020
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Dicembre 12th, 2020
Abbiamo incontrato, per l’ultima di tante altre volte, questa piccola donna gigante, il 28 gennaio 2017 a Quarona, ad una manifestazione contro ogni intolleranza e per l’integrazione.
Sale sul palco, indossando una cuffia rosa, che ricorda le donne delle marce contro Trump negli Stati Uniti di questi giorni, ma lei non ha bisogno di copiare nessuna.
Ci parla del valore della solidarietà fra i popoli, ed aggiunge piano:” quello che una volta si chiamava Internazionalismo” a significare che certi valori vengono da lontano e sono attualissimi, anche se si cambia loro nome. Dice di essere qui per manifestare esecrazione, sdegno, rifiuto per i desti di intolleranza, ma non si dimentica di risollevarci dicendoci che è anche qui per esprimere speranza.
E poi ci butta lì un passaggio di una leggerezza che è quanto di più profondo si sia sentito in quella piazza.
Ci spiega che, nella lingua Greca, dal termine Idios(=proprio) è derivata la parola Idiotes (=uomo privato) contrapposto a Polites (=cittadino) inteso come uomo pubblico, che si occupa della Polis, del mondo in cui vive. Chiude questa lezione con un’esclamazione secca: “Non voglio diventare idiota!” che fa ragionare su quanto sia sempre più sbagliato e pericoloso racchiudersi su se stessi, lasciando fuori i problemi degli altri.
Grazie Lidia
Il messaggio del Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, per la scomparsa della partigiana Lidia Menapace
“È un lutto per l’ANPI, è un lutto per il Paese. Ciao Lidia, partigiana della democrazia, della pace, dell’uguaglianza, dei diritti delle donne, cioè dell’umanità. Resterai nella coscienza e nell’impegno di tutte e tutti noi”
Gianfranco Pagliarulo
7 dicembre 2020
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Dicembre 12th, 2020
E’ intenso e profondo il dolore dell’ANPI tutta per la scomparsa di
ELIO PANOZZO, il partigiano “Biondino”, Presidente onorario del Comitato
provinciale di Biella.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ricorda un protagonista
della lotta di Liberazione, il sindacalista CGIL, 10 stimato Sindaco di Cossato
per ben undici anni e soprattutto una persona dalla grande passione civile
che, con coerenza etica, si e sempre impegnata nella difesa dei diritti dei più
deboli. Punto di riferimento di numerose generazioni, aveva la rara dote di
saper ascoltare prima di offrire i suoi preziosi consigli e sempre con un’umiltà
e generosità da galantuomo qual era.
In molti lo porteranno nel cuore grazie all’intervista per l’archivio
“Noi partigiani” e potranno proseguire lungo la strada che ha insegnato a
percorrere, soprattutto con l’esempio.
Alia Famiglia, agli iscritti e ai dirigenti del Comitato provinciale ANPI di BIELLA, a chi gli ha voluto bene sentite condoglianze.
Presidenza e Segreteria nazionale ANPI
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Dicembre 12th, 2020
“Abbiamo trovato sempre una grande solidarietà che significava non soltanto aiutarci ma “vivere” con l’altro tutto, comprese le privazioni.
Questa solidarietà l’abbiamo vissuta in prima persona e quindi queste cose non si possono scordare.
Non le ho dimenticate, non le dimentico e non le potrò dimenticare. Ancora adesso quando racconto, quando vado nelle scuole parlo di libertà, di solidarietà, di fratellanza, di rispetto e di amicizia: sentimenti che ho conosciuto e vissuto durante le esperienze della mia vita in tante situazioni:
– all’interno della fabbrica, appena assunto, quando a quattordici anni lavoravo ancora a contatto di mia mamma e di mia sorella;
– poi piano piano più autonomamente, dopo i tre mesi di apprendistato;
– in seguito in fabbrica dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale;
– poi durante la guerra;
– dopo ancora in fabbrica finita la guerra;
– ancora nel sindacato;
– quindi nell’amministrazione;
– fino al volontariato.
Tutti passaggi che mi hanno educato, formato ai principi della solidarietà e in una visione di un futuro di pace, di fratellanza, di amicizia.
Cosa che purtroppo non sento nel mondo di oggi. Quanto è lontana la nostra società da quei principi sui quali mi sono soffermato nel mio racconto perché me li sono portati dietro in tutto il percorso di vita”.
Tratto da Silvia Delzoppo, Ce la metterò tutta. Conversazione con Elio Panozzo, E20progetti Editore, Biella 2019
“…la situazione di oggi non è più la stessa del passato, però devo dirvi che ho trovato e trovo ancora molti giovani che mi chiedono di raccontare la mia esperienza, cosa ho fatto e perché l’ho fatto.
Sono sempre stato accompagnato dai miei sentimenti, e quindi penso di non avere mai tradito i miei ideali.
Ho sempre fatto tutti i passaggi della mia vita con convinzione e con passione.
Parto sempre dal presupposto di fare del bene, e le mie motivazioni principali sono: non offendere nessuno, e difendere i tuoi ideali.
Non dovrei dirlo io, dovrebbero dirlo altri se ho offeso, ma non credo”.
Tratto dall’intervista rilasciata da Elio Panozzo nell’ambito dell’iniziativa “Noi partigiani” a Cossato il 13 ottobre 2020
Nenello Marabelli “Aramis” non abbiamo potuto che conoscerlo all’Alpe di Noveis,
tanti e tanti anni fa, in quello splendida radura dove la morte non avrebbe mai
dovuto lasciare la sua triste impronta. Invece, qui, il 20 luglio 1944, hanno perso la
vita 7 giovani Partigiani, di cui quattro ignoti. Nello ci diceva che “ Finita la guerra,
molte volte salivo quassù”, come fosse il giorno dopo, un eterno 21 luglio che si è
protratto fino a pochi anni fa, fino a quando la salute glielo ha permesso. In quel
“molte volte” noi immaginavamo perfino ogni giorno: lui, col suo sorriso sornione,
lasciava trasparire che le nostre supposizioni fossero vere.
Era molto orgoglioso di essere stato una delle guardie del corpo di Franco
Moranino “Gemisto” , col nome di Aramis, insieme ad Athos, come nel racconto dei
Moschettieri. Aveva vissuto in prima persona l’epopea del leggendario Comandante
partigiano, che aveva un seguito ed un consenso popolare difficilmente emulabile in
Valsessera ed in tutto il Biellese.
Noi, che sappiamo da sempre che le accuse contro Gemisto erano in realtà un
attacco alla Resistenza, e specialmente a ciò che rappresentavano le Brigate
Garibaldine, guardavamo sempre con rispetto ed ammirazione Nenello nella sua
difesa della memoria del Comandante, mai venuta meno e sempre rivendicata.
Storico Presidente dell’ANPI Valsessera, ha custodito nella sede a Coggiola una
grande quantità di cimeli, bandiere, fotografie, articoli di stampa, che curava come
fossero i beni più importanti della sua vita.
E’ grazie a lui che è stato eretto il monumento dedicato “A chi non ha piegato il
capo al giogo straniero”: è in quel monte che si vede da qui, la Gemevola, che sono
stati intrappolati i giovani che sono stati soggiogati non solo dal tedesco straniero,
ma anche dai nostrani repubblichini.
Nenello raccontava questo, ed era un suo punto di vanto far venire alle cerimonie
commemorative insegnanti e storici, che rispondevano volentieri all’appello di
salire fin lassù, per calare nell’attualità del tempo corrente lo spirito della
Liberazione.
A lui si deve gratitudine anche per la realizzazione della “Gradinata di Pace e di
Libertà” inaugurata il 10 settembre 1989. Quel giorno, girava con la cartella dei
discorsi sotto il braccio, impegnato al massimo perché tutto si svolgesse come
prestabilito.
La salita alla radura del monumento era allora spoglia, ma quel giorno si notavano i
paletti che sorreggevano gli alberelli appena posti a dimora lungo la scalinata.
Ora quegli alberi sono diventati grandi, spandono la loro ombra su chi, col passare
degli anni, salendo si lamenta che i gradini sono diventati più alti.
Dai nostri personali atlanti dove non c’è confine fra geografia e storia, Noveis non
scomparirà: c’è molto più che una semplice possibilità che, tra quelle monumentali
betulle, sotto quel giogo sospeso, si possa ritrovare l’essenza della Lotta di
Liberazione che Aramis ci lascia.
Per Comitato Provinciale ANPI
(Luciano Guala)
Coggiola, 2 novembre 2020